Corsia del Giardino è un bistrot in centro a Milano, in Via Manzoni 16, situato tra via Montenapoleone e il teatro La Scala nel Quadrilatero della Moda.
Una scenografica location che trae ispirazione da un giardino immaginato e che prende il nome della stessa Via Manzoni, antichissima via cittadina chiamata proprio “Corsia del Giardino” nella Milano neoclassica.
Le numerose vetrate che si affacciano su questa splendida isola verde del museo Poldi Pezzoli e le ampie vetrine che si aprono sulla corte, lo integrano perfettamente in entrambi gli ambienti.
Una superficie di 200mq complessivi, che si sviluppa con una pianta ad L.
Difronte all’ingresso, a cui si accede dalla corte interna, si trova l’area bar; sulla destra, a un livello lievemente rialzato, vi è la sala per i clienti dalla quale si gode una splendida vista sul giardino. Sul fondo di questa vi è il bancone a vista, al di là del quale si trova la cucina, separata da una vetrata che unisce e divide gli ambienti allo stesso tempo.
Il progettista, l’architetto Nicola Gisonda, descrive così le sensazioni che sono state alla base del progetto: “Il luogo mi ha affascinato nel momento in cui ho attraversato il confine tra la galleria di accesso alla corte e Via Manzoni. Gli occhi si sono posati sul giardino di fronte, attratti dal verde accesso delle imponenti piante che si fonde con l’azzurro del cielo, con l’intensa luce del luogo aperto, contrapposto alla penombra della galleria alle nostre spalle. Solo osservando ci si rende conto di quanto poco spazio ci divida dalla frenesia. Un ambiente magico che corrisponde alla mia idea di luogo di ristoro e di pausa. Non avevo altra scelta che far vivere per sempre quelle sensazioni, riportandole nello spazio che mi trovavo a progettare, annullandone i confini spaziali, pensando ad un unico ambiente tra interno ed esterno.”
Il progetto architettonico e gli arredi sono tutti inediti e disegnati ad hoc per il bistrot.
L’ interior design si ispira alle geometrie della natura, interpretate in modo concettuale e puramente simbolico. Due sono i segni grafici principali che caratterizzano l’intero lavoro: linee verticali irregolari che si rifanno alla vegetazione e forme circolari, richiamando l’idea del bouquet di fiori. Queste linee sono state poi riadattate e rielaborate nella progettazione dei vari arredi, utilizzando materiali e colori di volta in volta diversi.
Il verde e il marrone, toni dominanti in natura, rappresentano le nuance prevalenti in Corsia del Giardino. Tutti i materiali impiegati sono naturali: il marmo verde Ming si unisce armonicamente con il rovere tinto, il testa di moro dei mobili, fino a sfumare nei pavimenti di seminato di marmo color tortora.
Il fronte dei banconi presenta una complessa e inedita lavorazione, definita da numerose forature di diversa profondità, disposte circolarmente, a formare cerchi su più livelli parzialmente sovrapposti. Un’immagine che, per la sua struttura, diventa dinamica a seconda del punto di vista dello spettatore: l’effetto visivo è quello di un bouquet di fiori mosso dal vento. Alle spalle del bar si trova un pannello di colore bianco, il cui disegno sembra essere il calco della lavorazione del bancone. Sulle console sono state poi posizionate delle luci a sospensione, veri e propri rami in alluminio bianco.
Per delimitare le varie aree del locale sono state progettate una serie di quinte, anch’esse riconducibili alle forme circolari, con un’applicazione però differente: sono composte da numerosi dischi di forma rotonda, intarsiati e uniti tra loro. Diversi i materiali utilizzati: il rovere tinto si alterna al marmo verde Ming e al cristallo riflettente color bronzo.
Lo stesso concetto ma con una realizzazione del tutto diversa, si applica al controsoffitto presente nella sala, che ha anche la funzione di vano tecnico e di trappola del rumore per dare un maggior comfort all’intero ambiente.
I tre gradini di accesso alla parte rialzata, sono costituiti da una L rovesciata in blocco di marmo Ming e fuoriescono dal pavimento, senza nessuna struttura di ancoraggio visibile, come fossero asperità presenti in natura.
I mobili sono tutti realizzati in legno di rovere tinto testa di moro, riprendendo in modo talvolta più nascosto, talvolta più esplicito, il gioco delle linee verticali irregolari.
Entrando nei bagni si ha la sensazione di essere avvolti dalla vegetazione. Le pareti sono rivestite di numerose lastre in quarzite di un unico tono uniforme, opportunamente tagliate con l’obiettivo di creare un fondo impenetrabile color nocciola, interrotto da liste di cristalli riflettenti color bronzo che si intrecciano verticalmente tra loro. Lo sguardo è attratto dai cristalli e ne scruta la profondità, come cercando di scorgere l’orizzonte dietro agli alberi. Muovendosi all’interno degli ambienti, l’immagine riflessa viene spezzata continuamente, come camminando in un bosco in cui la visuale è costantemente interrotta dalla presenza delle piante.
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